Dio ci ama… ma noi…
“Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.” (Giovanni 3, 16-18).
I tre versetti riportati dal capitolo 3 di Giovanni, sono anticipati dal brano del dialogo con Nicodemo, fariseo, maestro in Israele e membro del sinedrio ed il brano successivo dove Giovanni il Battista riconosce Gesù come l’inviato di Dio.
L’evangelista con questi testi costruisce il suo pensiero teologico: c’è chi si oppone a Gesù (non riconosce la luce) e chi l’accoglie (viene alla luce) (Gv.3,19-21); con Gesù tutto e tutti sono illuminati ed è possibile “vedere”, comprendere il pensiero di Dio per il mondo.
E’ un progetto per la salvezza, per la felicità, testimoniato da quel Gesù, figlio della Sorgente dell’Amore che proclama una parola di vita, semplice ma rivoluzionaria, che ci fa partecipi dell’essenza stessa di Dio: Amore.
Non complesse teorizzazioni, non elucubranti pensieri e filosofici concetti per una privilegiata e selezionata umanità ma concrete azioni di solidarietà, di condivisione e ricerca con donne e uomini in balìa di poteri che hanno, da sempre, monopolizzato il pensiero di Dio.
Attraverso Gesù di Nazareth possiamo tutte e tutti “penetrare” l’essenza della vita. L’origine e il fine, lo scopo di questo mondo è vivere l’amore; come possiamo dunque pensare che il GIUDIZIO, inteso come condanna, possa stravolgere il pensiero primario di Dio? Continua a leggere