Mettersi in gioco
In quel tempo, gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano.
E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Matteo 28, 16-20).
La chiesa festeggia questa domenica l’Ascensione al cielo di Gesù. L’episodio è raccontato nei vangeli di Marco e di Luca mentre non ne accennano Matteo e Giovanni. Marco dice brevemente: « Il Signore Gesù dunque, dopo aver loro parlato, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio» ( Mc 16, 15-20).
Luca scrive: «Poi li condusse fuori presso Betania; e levate in alto le mani li benedisse. E avvenne che mentre li benediva, si dipartì da loro e fu portato su nel cielo. Ed essi, adoratolo, tornarono a Gerusalemme con grande allegrezza; e stavano sempre nel tempio, benedicendo Dio» (Lc 24, 46-53).
Il brano di Matteo che meditiamo oggi (Mt 28, 16-20) conclude il suo vangelo e non parla di ascensione, ma del commiato definitivo di Gesù dai suoi.
I racconti dei vangeli e degli altri scritti su quanto accaduto dopo la morte di Gesù (la tomba vuota, le apparizioni, i discorsi di commiato, le raccomandazioni, l’ascensione) riflettono le tappe percorse dai discepoli nella gestione del lutto per la perdita improvvisa e violenta del maestro. Continua a leggere