Abbandonato da Dio e dagli uomini
(Matteo 26,14 – 27,66)
Quando Gesù andò a Gerusalemme, molti ormai lo avevano già abbandonato. Gesù era un profeta scomodo e c’era poco da guadagnare a stare con lui. Persino nel gruppo dei suoi amici cominciarono a serpeggiare la paura, l’incertezza, la diffidenza.
Il complotto scattò definitivamente quando Gesù decise di avviarsi a Gerusalemme, cuore del potere politico e religioso. Fu ucciso dal potere romano e dal potere religioso del Tempio, a causa delle sue scelte e della coerenza radicale con il messaggio di amore, di libertà e di giustizia.
Sicuramente Gesù si era accorto che non sarebbe più stato tollerato a lungo quel suo messaggio. Il suo dolore e la sua sofferenza furono grandi, insieme all’angoscia e alla paura per la consapevolezza che il potere non gli avrebbe concesso altro tempo.
Provò a parlarne anche con i suoi discepoli, ma come parteciparono a questo tragico momento di Gesù le persone che gli erano state più vicine e lo avevano accompagnato per le strade della Palestina?
Resto sempre stupita davanti all’evidenza della diversità di comportamento tra uomini e donne, specie in questi capitoli. Continua a leggere