Tutti i Santi

“Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia”?

Gesù, vedendo le folle, salì sul monte e si mise a sedere. I suoi discepoli si accostarono a lui, ed egli, aperta la bocca, insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono affl itti, perché saranno consolati.
Beati i mansueti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati fi gli di Dio.
Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli.
Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia.
Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli; poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi (Matteo 5, 1-12).

Vorrei proporre una riflessione soprattutto sui versetti che parlano di giustizia: “Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati. Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli”. Intanto, perchè non si dice “beati i giusti”? Qual è la giustizia di cui possiamo avere fame e sete? E come è possibile coniugare l’insulto e la persecuzione con la gioia?

Forse essere affamati e assetati significa provare un grande desiderio per la giustizia, quella che riusciamo a intuire dal racconto dei vangeli e forse ciò che conta è mettersi sulla strada della giustizia, aprirsi a questa possibilità, cercarla. La giustizia descritta nelle beatitudini è un’altra cosa da quella di questo mondo. Non parla di rispetto delle leggi e delle norme umane.

Oggi, ma anche ieri, vediamo che chi detiene il potere e ha ruoli di comando e di governo, prima o poi manca di giustizia. L’agire politico è sempre più slegato dalla giustizia e sembra che essa sia in- compatibile con il potere. L’applicazione delle leggi (un esempio evidente è quella del mercato) porta ad allontanarsi dalla pratica di giustizia. I vincoli, le pressioni, gli opportunismi sono tali che… sì, la giustizia delle beatitudini è proprio un’altra cosa! Non basta osservare le leggi stabilite, non basta dire belle parole slegate dalla pratica, così come non possiamo far finta di non vedere l’ingiustizia. Nel discorso di Gesù mi sembra che ci sia la sollecitazione ad agire qui e ora per una giustizia che ci cambia dentro e che cambia la nostra pratica quotidiana.
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