Vita eterna è vivere con amore
Intanto i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?». Gesù rispose: «Non mormorate tra di voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo» (Giovanni 6, 41-51).
Quello di Giovanni si presenta come Vangelo, ma è teologia. Come gli Atti degli Apostoli, le lettere di Paolo e degli altri, i Vangeli apocrifi… sono tutti testi di teologia, elaborazioni diverse intorno alle parole di Gesù e alle esperienze fatte da discepoli e discepole che lo avevano seguito sulle strade di Palestina.
Il Vangelo di Giovanni, in questo senso, è un documento quasi insuperabile. Prendiamo il capitolo 6, da cui è estrapolato il brano di oggi: mentre i Sinottici raccontano con sobrietà le cosiddette “moltiplicazioni di pani e pesci”, Giovanni ne trae lo spunto per mettere in bocca a Gesù un lungo discorso sul suo corpo come cibo di vita eterna.
Si rende conto, per la verità, che si tratta di un discorso difficile e lo documenta riferendo della defezione di “molti dei suoi discepoli” (v 66) che trovarono “duro” quel linguaggio (v 60). Chissà quanto sarà stato duro anche per la comunità di Giovanni! Chissà quante discussioni, quante domande, quanti dubbi!.. Ma poi lui l’ha messa per iscritto così e così ci arriva ancora oggi, dopo quasi duemila anni. E c’è scritto che, a differenza di quelli che gli hanno voltato le spalle, i dodici hanno resistito, anche se non capivano molto (vv 68-69)… Quanta dottrina ci hanno poi costruito sopra i loro autoproclamatisi successori, convinti di aver capito tutto! Continua a leggere