5^ di Quaresima

Le pietre facili

Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. Ma all’alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più» (Giovanni 8, 1-11).

Ci stiamo avvicinando alla Pasqua è la liturgia ci vuole accompagnare in questo cammino che è una proposta di conversione. La meditazione di oggi è ricavata dal Vangelo di Giovanni. E’ un brano abbastanza problematico e per certi versi oscuro.

Ma soprattutto, ci dicono i biblisti che non è del vangelo di Giovanni., ma di Luca. Se, infatti lo togliamo da Giovanni, vediamo che la narrazione di Giovanni fila più liscia e, se al contrario lo inseriamo nel Vangelo di Luca al capitolo 21, versetto 38, vediamo che questo è il suo contesto.

C’è un altro particolare strano: il fatto è che i codici antichi dei vangeli (fino al III secolo, più o meno) non lo riportano affatto. Questo può dipendere dalla tradizione ancora fluttuante ma forse, soprattutto, da ragioni di ordine morale e pedagogico.

Nei primi secoli della Chiesa, l’adulterio era una delle colpe considerate più gravi in assoluto. Formerà la triade dei peccati soggetti alla penitenza canonica, insieme con l’omicidio e l’apostasia.

Non è inverosimile che i più rigoristi fra i pastori della Chiesa fossero riluttanti alla diffusione di questo episodio, da cui risultava da parte di Gesù una indulgenza piuttosto sovversiva nei confronti di una donna accusata di adulterio – della quale, fra l’altro, viene detto che in alcun modo fosse pentita! -, come se la gravità di questo peccato potesse risultarne in qualche modo sminuita o relativizzata.

Chi poteva essere questa donna? Dobbiamo ricordare, per comprendere l’atteggiamento dei farisei, che il matrimonio in Israele si compone in due tappe: prima vi è lo sposalizio, quando la ragazza ha dodici anni e un giorno e il ragazzo diciotto e avviene la contrattazione del “valore della sposa” e del pagamento della dote… poi, però, ognuno torna a casa propria. In questo periodo non è consentito avere alcuna relazione sessuale. Un anno dopo sarà la sposa che viene portata a casa dello sposo e avvengono le nozze. Continua a leggere