Chi siamo

Comunità cristiane di base

La storia della nostra comunità cristiana di base va collocata al suo nascere (dicembre 1973) dentro il vasto movimento del dissenso cattolico. Tale movimento prese avvio negli anni immediatamente successivi al Concilio Vaticano II che si concluse nel 1965. La chiesa cattolica fu “scossa” da un forte “vento di Dio”. Sembrò che il popolo di Dio stesse “buttando a mare” l’impostazione gerarchica e la struttura autoritaria.

La celebrazione della liturgia nelle lingue del popolo, il riconoscimento della permanente vitalità dell’ebraismo, la spinta ecumenica e l’apertura ai grandi problemi dell’umanità determinarono un risveglio evangelico profondo. Molti “profeti” più o meno noti avevano lavorato per questa fioritura, spesso nel sospetto generale. Sembrò addirittura che la Parola di Dio diventasse nella chiesa davvero sovrana, tanto da spodestare dal trono la gerarchia.

In realtà già nei documenti conciliari, in un infelice ed infausto compromesso delle formule, coesistevano il volto autoritario e il volto evangelico della chiesa. Lo “spirito” del Concilio fu in larga misura compromesso, annacquato ed imprigionato già negli stessi documenti conciliari. Paolo VI, prima, e Giovanni Paolo II, poi, hanno progressivamente dato man forte e rimesso al centro della chiesa la “sacra gerarchia”. Ciò è avvenuto anche perché la nuova stagione politica ha segnato un riflusso dei grandi movimenti politici degli anni ’60 e ’70.

Chiesa di base

Anche la nostra comunità è nata e cresciuta dentro queste vicende, come parte attiva della chiesa di base. Mentre fiorivano in America Latina e anche in Europa le teologie “politiche” e le teologie della liberazione, il movimento delle comunità cristiane di base in Italia è stato parte attiva nell’ elaborazione di una prassi ecclesiale, di una teologia e di una spiritualità rispondenti ai germi più fecondi riscoperti negli anni del Concilio.

Ma la chiesa di base andò molto oltre le istanze presenti nel Concilio. Il riferimento fu individuato sia nella Scrittura (con particolare riferimento ai Vangeli e all’esperienza delle comunità cristiane dei primi secoli) sia nel “mondo degli ultimi”. La Parola di Dio, le sofferenze, le lotte, le speranze degli ultimi della terra sono il “luogo” storico e teologico su cui si costruirono le comunità. Negli anni anche noi, insieme a molte altre realtà, abbiamo cercato di restare fedeli a quest’orizzonte e a queste pratiche di liberazione nel pieno rispetto delle “diversità” e delle particolarità di ogni esperienza.

Il contesto ecclesiale

Il contesto locale in cui ci troviamo registra la significativa presenza della chiesa evangelica valdese con cui la comunità ha sempre realizzato un dialogo schietto e fecondo, dando vita anche a numerosi momenti di studio e di dibattito aperti alla città. Del resto la dimensione ecumenica è costitutiva della comunità, anche perché attualmente ne fanno parte anche alcuni fratelli e sorelle valdesi.

Per ciò che riguarda il contesto diocesano cattolico con il quale la comunità ha sempre cercato un dialogo a tutto campo, si tratta di una chiesa locale molto unita e concorde, teologicamente molto compatta e conservatrice, in cui vige una totale convergenza e comunione tra presbiteri, diaconi, religiosi/e, comunità parrocchiali e vescovo senza dissensi sul piano teologico. Significative sono tuttavia alcune iniziative diocesane specialmente sul terreno dell’ecumenismo ufficiale e dell’impegno sociale.

Prendiamo atto, specialmente in questi ultimi anni che, mentre il dialogo si allarga alla base con molti laici, esso diventa più difficile con le istanze istituzionali. Il vescovo non sembra disponibile ad accogliere le numerose proposte di dialogo: egli privilegia l’ecumenismo, spesso per lo più formale, con le altre chiese cristiane che a Pinerolo rappresenta un’acquisizione consolidata e “tranquilla”.

La nostra comunità

La comunità cristiana di base di Pinerolo ha partecipato in questi anni alla lotta contro il concordato, sostiene l’impegno di gay, lesbiche, transgender per vivere con serenità, rispetto e libertà nella società e nelle chiese; in essa si riconosce il diritto alle seconde nozze di divorziati e separati; si promuove il ministero delle donne nella chiesa e l’elaborazione delle teologie femministe.

E’ centrale nella vita della comunità la celebrazione settimanale dell’eucarestia che si svolge ogni domenica alle ore 10. La predicazione viene svolta a turno e il testo della preghiera eucaristica viene preparato in comunità. Ogni settimana il gruppo di studio biblico da la possibilità ai fratelli e alle sorelle, e a chiunque lo voglia, d’incontrarsi per leggere la Bibbia. A queste attività la comunità dà grande importanza e continuità anche nei mesi estivi.

Nella comunità trovano accoglienza ed elaborazione le pratiche e le ricerche delle teologie femministe. Anche a questo proposito si riunisce mensilmente il gruppo donne. L’incontro con il femminismo e con le teologie femministe ha stimolato nel 1993 la nascita di un gruppo uomini che, attraverso l’autocoscienza e la presa di parola pubblica, si propone di sottrarre consenso anche maschile alla cultura patriarcale. Il gruppo “Uomini in cammino“, nato all’interno della comunità, conduce ora vita autonoma dalla stessa.

Dal 2001 si ritrova ogni quindici giorni il Gruppo Ricerca: un incontro aperto per dare corpo al desiderio di fare ricerca, teologica e biblica, in gruppo; un confronto, tra i partecipanti, con i libri e con chi è “in ricerca” e accetta “l’invito al dialogo”.

Nel novembre 2003 nasce il gruppo di “Elaborazione del lutto” composto da genitori (non solo della comunità) che hanno perso un figlio, una figlia. E’ un gruppo di sostegno che si ritrova ogni due settimane, nell’intento di condividere il cordoglio, il dolore (così grande da non poter essere spesso portato da soli) della perdita di un/a figlio/a, per affrontare insieme la cosiddetta “elaborazione del lutto”, passaggio obbligato per poter continuare a vivere o, meglio, per costruire una nuova vita.

Celebriamo nell’anno alcune feste che rivestono una particolare importanza nel nostro cammino di fede: feste di convivenza, di matrimonio, presentazione alla cdb di un nuovo bimbo o bimba (i genitori si impegnano a testimoniare la fede ai loro figli/e senza però obbligatoriamente battezzarli), consegna del Vangelo, celebrazione del perdono… Nel corso degli anni la celebrazione comunitaria del perdono ha sostituito la confessione individuale.

La nostra comunità, dalla sua nascita fino all’autunno 2010, si è data una piccola struttura di coordinamento: il “Servizio di Direzione”, formato da 6-8 persone, aperto alla partecipazione di chiunque lo desideri. Si radunava ogni mese per calendarizzare e organizzare le attività comunitarie, affrontare i problemi, raccogliere le proposte, approfondire stimoli e mantenere i collegamenti con altre realtà di impegno sociale, culturale, politico ed ecclesiale. Dopo una riorganizzazione interna, queste funzioni vengono ora svolte dall’Assemblea Comunitaria (partecipata da tutti e tutte) che si ritrova una domenica al mese dopo un breve momento di preghiera.

Per quanto riguarda l’aspetto economico, in tutte le sue attività la comunità si regge fin dall’inizio sull’autofinanziamento, cioè sul libero contributo dei/delle partecipanti, ognuno/a secondo le proprie possibilità. Questo ci è sembrato negli anni una scelta di libertà e di coerenza: una scelta impegnativa ma possibile. Grazie ad esso è stato possibile far fronte negli anni alle spese di gestione della sede comunitaria (affitto, luce, gas, acqua), di accoglienza e ospitalità delle persone in visita o in cerca di aiuto, di stampa del materiale liturgico, oltre che dare un contributo mensile a Franco Barbero per il suo sostentamento e il ministero pastorale, pagare affitto e utenze del suo alloggio, i contributi per la pensione e una assicurazione integrativa, le spese di pubblicazione e diffusione di molti dei suoi libri e studi.

La nostra comunità documenta le sue attività con uno stampato, chiamato “Foglio di comunità“: un foglio di collegamento mensile nel quale vengono riportati gli appuntamenti settimanali della vita comunitaria, le iniziative e gli incontri pubblici.

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Nell’assemblea di comunità del 23 marzo 2014 Franco Barbero, anche a nome di alcune altre persone, ci ha comunicato la decisione di lasciare la nostra comunità per fondarne un’altra, esortandoci a vedere la loro scelta non come una chiusura, bensì come l’apertura di una ulteriore opportunità per le persone che desiderano per sé un cammino di fede alternativo a quello tradizionale di parrocchia.

Le motivazioni addotte sono diverse: noi non abbiamo più bisogno di lui, che può così dedicarsi alle sue priorità, che sono in particolare la cura pastorale di chi non ha comunità di riferimento e la formazione di uomini e donne al ministero pastorale. Inoltre ci ha detto che non tutti/e gradiscono convivere con le tensioni che da qualche tempo erano sorte all’interno della comunità.

E’ indubbio che negli ultimi anni si sono evidenziati in comunità punti di vista differenti su alcune questioni, ma è altrettanto vero che non ci sono differenze sostanziali sui nostri valori fondamentali: tutti e tutte cerchiamo di vivere il discepolato di Gesù avendo come riferimento centrale lui e il suo evangelo, le sue parole e le sue pratiche – di amore, di solidarietà e di giustizia – che cerchiamo di fare nostre.

Abbiamo provato, con tenacia, a manifestare il nostro desiderio di confronto e di approfondimento, nel rispetto reciproco, di tutti i nodi che via via si presentavano. Noi – chi continua il cammino nella cdb “storica” – siamo convinti/e che la comunità sia un luogo in cui le differenze possano convivere, anche perchè non riguardano la sostanza della nostra vita di fede: potremmo davvero aiutarci reciprocamente a vivere con più coerenza, arricchendoci del pensiero e dell’esempio altrui.

Prendiamo atto che non tutti/e hanno creduto in questa possibilità. Ci resta il rammarico che anche questa loro scelta non sia stata discussa in comunità, ma ce l’abbiano comunicata soltanto a decisione presa. Forse, nell’ascolto e nel confronto aperti e sinceri, avremmo potuto fare “nuova” la nostra comunità, invece di farne nascere una nuova.

Auguriamo un buon cammino a chi ha scelto una strada diversa. Avremo certamente modo di collaborare nelle iniziative locali, regionali e nazionali.

Noi continueremo la nostra esperienza nella cdb “storica” di Pinerolo: è un luogo prezioso e stimolante per le nostre ricerche di vita e di fede; in essa abbiamo imparato, e ogni giorno ci esercitiamo, a stare in relazione tra noi e con chi incontriamo sui nostri sentieri, con rispetto e stima reciproca…

La porta della comunità e le nostre di casa saranno sempre aperte, così come saranno sempre disponibili i nostri numeri di telefono e i nostri indirizzi e-mail.

Che la Sorgente della Vita e dell’Amore, Dio di Gesù e di tante donne e di tanti uomini della nostra storia, continui ad alimentare la nostra sete e il nostro desiderio di pace per il mondo e per chi ci è vicino/a.