Le dichiarazioni che il papa ha rilasciato domenica a mezzogiorno, durante la recita dell'Angelus, meritano un po' di attenzione.
Sono parole di condanna del Gay Pride così pesanti e gravi che hanno dell'incredibile.
Erano già state di insuperabile banalità ed arroganza le osservazioni di monsignor Maggiolini (Serata Tg1, sabato 9/7 sera) al quale, del resto, non si può chiede competenza né antropologica né biblica.
Il papa in questa dura condanna ha almeno il "pregio" di essere stato chiaro: è l'uomo che elargisce condanne precise e annuncia perdoni scontati e generici con la retorica che la sua funzione amplifica.
Ecco su che posizioni è la gerarchia ufficiale: non facciamoci illusioni.
La fede e la chiesa di Gesù sono ben altra cosa, per grazia di Dio !!!
Moltissimi credenti omosessuali e lesbiche hanno capito che devono distinguere e separare nettamente l'oppressione vaticana e gerarchica dalla liberazione del Vangelo, amico della vita e dell'amore. Essi possono vivere la loro omosessualità con gioia: questo ora è sempre più condiviso anche a livello teologico nelle chiese cristiane.
La gerarchia cattolica non può impedire a Dio di liberare e rallegrare i cuori e le esistenze di omosessuali e lesbiche.
Dio è altro da questi oppressori delle coscienze e fabbricatori di catene e forse dobbiamo occuparci sempre di più dell'amore di Dio e sempre di meno delle manovre di gerarchie tristi e cieche, chiuse nella custodia di "dottrine" che sono vere e proprie deviazioni dal Vangelo.
Eccoci a rendere grazie a Dio perché ha reso più bella e più viva, più felice e più feconda la vita anche con il dono dell'omosessualità.
La gerarchia cattolica ha paura della felicità e dell'amore caldo e appassionato; essa diffida del piacere perché è innamorata del potere. Essendo una dittatura, una struttura autoritaria, non tollera l'espressione della pluralità e delle differenze.
La nostra comunità cristiana di base ringrazia Dio per questo Gay Pride così costruttivo e nonviolento e prende nuovo coraggio per essere sempre più vicina e solidale con gli omosessuali e le lesbiche, credenti e non credenti, che vivono la ricerca dell'amore e della solidarietà nelle chiese e nel mondo.
Mentre la gerarchia vaticana ha bisogno di coltivare l'angoscia e i sensi di colpa perché così può buttarsi nell'esercizio che le è proprio ( cioè lo spettacolo dei buoni sentimenti e l'ostentazione di una viscida compassione), moltissimi cristiani stanno imparando a condividere le gioie, le speranze, le esperienze di felicità.
Chi di noi è eterosessuale vuole condividere con voi omosessuali la gioia, la felicità, i piaceri che vivete dentro il vostro percorso e la vostra identità e desidera che voi condividiate le nostre esperienze, quelle gioiose, di amore eterosessuale. Solo condividendo la gioia possiamo infatti imparare ad affrontare insieme anche le lotte e le sofferenze che non mancano mai nel cammino delle donne e degli uomini.
Questo cammino verso la libertà sarà lungo ed impegnativo per ciascuno e ciascuna di noi, ma possiamo sperare che Dio ci prenda in braccio nei momenti più difficili e canti di gioia con noi nelle ore della pace e della serenità.
Associazione Viottoli - Comunità cristiana di base di Pinerolo(To)